Care e cari,
ben ritrovati e tanti cari auguri di buon anno
nuovo: che sia un 2024 splendido!
Noi stiamo bene e molti studenti hanno scelto di cominciare l’anno studiando
l’italiano a Venezia e a Trieste. Ci sono molti corsi di lingua e cultura italiana in programma: online e in presenza.
Qui siamo alla vigilia di uno degli eventi più intensi della città: il Carnevale!
Nell’attesa delle maschere, delle sfilate e dei cortei… ci stiamo godendo i dolci tipici di questa festività: le frittelle (in veneziano fritoe) e le
chiacchiere (che in Veneto si chiamano galani o crostoli, e
in ogni zona di Italia con un nome diverso: frappe, bugie, lattughe,
cenci).
A proposito di nomi, di parole e di chiacchiere: questo mese il testo che sto per presentarvi parla proprio di
significati e di etimologia.
Il testo è estratto da Alla fonte delle parole, libro del 2019, di Andrea Marcolongo, grecista, scrittrice e
giornalista. Il saggio esplora 99
parole scelte dall’autrice. Queste parole sono analizzate e studiate
dalla loro origine al loro uso
letterario e quotidiano. La ricerca è uno strumento
prezioso per lo studio del linguaggio
contemporaneo e per riscoprire la profondità e la bellezza
di parole come mongolfiera, avventura, incubo, viaggio, fantasia e meraviglia.
Vi lascio alla lettura che esplora proprio i
significati della parola meraviglia: che sia per voi un mese meraviglioso, ci sentiamo a febbraio con
un nuovo testo!
Un carissimo saluto a tutti voi da Carola e da
tutto il gruppo di Istituto Venezia!
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Meraviglia.
Provare meraviglia, dunque meravigliarsi.
Ma anche suscitare meraviglia, cioè meravigliare chi ci è accanto.
La parola discende dal latino mirabilia,
«cose straordinarie, sorprendenti». […]
In francese è la merveille, in spagnolo la maravilla, in catalano
la meravella, in portoghese maravilha.
Non servono grandi cose, spettacolari gesti o sorprese da circo per meravigliarci
e per meravigliare.
È sufficiente guardarsi intorno. E trovare le parole che sappiano creare lo stupore che si trasmette di sguardo in sguardo.
Quindi no, niente naso rosso da clown per meravigliare, né ridicoli balzi da giullare: è necessario
«l’eccellente», colui che sa accendere nel prossimo la luce della sorpresa.
Per Dante il meravigliare è strettamente connesso al dire, mai al fare – è il
linguaggio, sono le parole a suscitare meraviglia.
In uno dei tanti dizionari che affollano la mia scrivania, ho persino scovato un fiore che porta il nome scientifico di Mirabilis:
è la «bella di notte», una pianta così stupefacente perché fa tutto il contrario di ciò che ci si aspetta. Se
il girasole vive di luce, lei gira intorno alla luna: le corolle dei suoi fiori si schiudono al tramonto e sprigionano tutta la loro fragranza prima di chiudersi
all’alba.
La sintesi migliore di quest’etimo è forse di
Gilbert Keith Chesterton, che così scrisse in Tremendous Trifles: “Il
mondo non languirà mai per
mancanza di meraviglie, ma soltanto quando l’uomo cesserà di meravigliarsi”.
o accanto: vicino
o
discende: viene, proviene
o
stupore: sensazione di sorpresa, incredulità,
stordimento
o
balzi: salti, scatti incontrollati
o
giullare: cantastorie, buffone
o
persino: perfino, addirittura
o
bella di notte: pianta con fiori
colorati, di solito fucsia, bianchi o gialli
o
stupefacente: connesso allo stupore, meraviglioso
o
corolle: insieme dei petali dei fiori
o
sprigionano: diffondono nell’aria
o
fragranza: odore
o
etimo: significato
o
languirà: si distruggerà, sarà debole
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