martedì 16 novembre 2010

Paolo Rumiz, La rotta per Lepanto

IL VIAGGIO/La rotta per Lepanto (2)
Arsenale, leggenda dimenticata



Quattro del mattino, partenza. Ci lasciamo alle spalle la soglia armata di Venezia: riva degli Schiavoni, il forte di Sant' Andrea... Ma soprattutto sfiliamo davanti al canale d' uscita del grande cantiere navale dove ai tempi del Turco si armavano anche venti galere al giorno. Una lapide ricorda la 'Grande Vittoria': Lepanto è sottintesa. Solo qui avevano il permesso di fabbricare le galere. Grandiosa la partenza della flotta in quella fine estate del 1571. Puntiamo su Parenzo. L' Istria manda già odore di terra

Quattro del mattino, il vento a poppa gonfia il Leone di San Marco, è ora di andare. La barca fila motore al minimo, va nel buio con tenui luci da discoteca. Acqua torbida, gabbiani, sensazione strana di essere su un fiume. Sottocoperta bolle il caffè, fuori la città dorme e tutto già parla del Turco. La riva degli Schiavoni, mitico imbarco per l'Oriente; il canale d' uscita dell'Arsenale, dove ai tempi del Grande Nemico si armavano anche venti galere al giorno; l'ombra cinquecentesca del forte di Sant' Andrea.

E' la soglia armata di Venezia tra laguna e mare aperto. Per chi esce, è la prima delle fortezze di San Marco che portano a Levante. Per chi entra, è la prima cosa che vedi della Serenissima. Una lapide ricorda la "Grande Vittoria". Lepanto non è nominata, non si nomina quasi mai a Venezia. Nemmeno la data è scolpita, tanto è ovvio che è quello l'evento. Fu un modello, il forte di Sant' Andrea: lo copiarono anche a Pietroburgo. Ma l'originale fece una fine ingloriosa.

Sparò una volta sola, alla fine del Settecento, e quello sparo - contro un veliero napoleonico - segnò la fine della Repubblica. Oggi è coperto di erbacce, vergognosamente chiuso agli umani. Con dodici milioni di turisti l'anno, qui non hanno un baiocco per le glorie del mare.
Venezia ormai dimentica se stessa. In maggio correvano i 200 anni della nascita di Daniele Manin, l'eroe della rivolta antiaustriaca del '48. Non se n' è accorto nessuno. Neanche un garofano sulla tomba.

Una luce verde e una rossa. Le bocche di porto di San Nicolò, tra l'ombra del Lido e quella di Punta Sabbioni. Segnano l'ingresso nel Mar Grando ed è come se ti chiudessero alle spalle la porta di Venezia. Qui si tiravano le catene per blindare la città in tempi d' allarme rosso e si buttavano in acqua gli anelli dello "Sposalizio del mare". I marinai partendo invocavano la Madonna del Rosario, dedicata alla guerra col Turco dai papi della Controriforma. Esce qualche stella. Libeccio a dieci nodi, irregolare, con onda lunga. L'ora delle vele. La prua è sull'Istria, il motore dà gli ultimi colpi di tosse, sull'Adriatico scende il silenzio. A Nord l'ultimo, monotono cordone di sabbia della Padania.

Non la vedremo più, puntiamo subito sulla costa Est, verso gli arcipelaghi degli "Schiavoni". Per la gente di terra può sembrare un non-senso lasciare una costa rettilinea come un'autostrada per infilarsi in un dedalo frastagliato. Invece ha senso eccome. Sulle coste piatte non hai riparo dalle tempeste, nelle altre invece sì. Lo sapevano già i Greci, che navigavano solo sul lato Est dell'Adriatico. Al tempo dei Turchi figurarsi.

Per i veneziani le spiagge italiche erano da evitare come la peste, perché "imbrogliose per piogie et oscurità improvise et per mezelune et revelini et bombarde che fa la costa aspra et periculosa pè legni de la Serenità Vostra".


soglia: linea di confine posta all'ingresso
galera grossa nave a remi veneziana
Lepanto: La battaglia di Lepanto è uno storico scontro avvenuto il 7 ottobre 1571 tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa che riuniva le forze navali di Venezia, della Spagna, di Roma, di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Ducato d'Urbino e del Granducato di Toscana. La battaglia si concluse con una vittoria delle forze alleate, guidate da Don Giovanni d'Austria, su quelle ottomane di Mehmet Alì Pascià, che perse la vita nello scontro.
fila: va
tenui: deboli
sottocoperta: la parte coperta di una barca
armare: attrezzare una nave
lapide: lastra di pietra dove è incisa un'iscrizione
veliero: barca a vela
baiocco: una moneta
garofano: un fiore
invocare: chiedere pregando
libeccio: vento umido meditteraneo
frastagliato:che ha i contorni irregolari

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