La paga del sabato, Beppe Fenoglio, pp. 40-41, Einaudi
- Bianco, Palmo un giorno o l’altro ti tradirà.
- Palmo? Non c’è nessun cane fedele come Palmo.
- Non ti tradirà per volontà, ma un giorno o l’altro combinerà una cretinata che ti tradirà.
Bianco scosse la testa, guardava il fumo della sigaretta, non era persuaso, e poi disse: - Sentiamo un po’ cos’hai capito.
- Che stasera andiamo su e gli prendiamo un po’ di soldi per perdonargli il suo fascismo.
- Sì, però noi glielo perdoneremo a rate, capisci? A rate capito. E chi ci andiamo?
- In quattro.
Tu, io e Palmo. Chi è il quarto?
- È il fratello di Costantino, quel mio uomo che si è ammazzato in motocicletta. In famiglia hanno bisogno e lui è venuto da me perché io lo faccia lavorare e guadagnare qualcosa. Stasera gli faccio far da autista.
Disse Ettore: - E io che parte faccio stasera?
- Tu non farai niente se il vecchio si lascia convincere dal discorso che gli farò io. Se invece non cede, allora io mi ritiro e ti fai avanti tu e gli mostri la tua pistola, gliela mostri soltanto. Potrei farglielo fare a Palmo, ma è meglio che lo fai tu. Così fai vedere a Palmo che sai e vuoi lavorare e lui non avrà più niente da dire quando io lo metterò sotto di te. Va?
- Va. E la cifra?
Tu non ci pensare. Le cifre le faccio sempre io. Tu sappi solo che io a buon mercato non lavoro e non faccio lavorare gli altri.
- Va bene, ma io avrei bisogno di ventimila lite per stasera.
- Per che cosa?
- Per mia madre, per tappar la bocca a mia madre.
- Tua madre cosa c’entra ?
- Devo ben dimostrarle che mi son messo a lavorare con te.
Bianco restò con la sigaretta a metà strada dalla bocca e Ettore disse in fretta: - Stai tranquillo, le dico che faccio per tuo conto e coi tuoi camion gli autotrasporti da qui al porto di Genova.
- Stasera ti do ventimila lire.
Ettore si alzò, non era allegro, ma tranquillo, con la sensazione di lavorare già da tempo.
Bianco aveva messo i piedi in terra. Disse: - Solo per una curiosità, come facevi tu Ettore a sapere i miei affari fin da questo inverno?
- Me li diceva Costantino.
Bianco alzò la testa, gli si vedeva sulla bocca la bestemmia che stava per uscirne.
- Costantino era mio amico, - disse Ettore.
- Porco.. - cominciò Bianco a dire al morto.
- Costantino è morto.
- Per fortuna che è morto!
Ettore disse: - Fidati di me come ti puoi fidare di Costantino adesso che è morto. Gli ordini per stasera?
- Vieni qui al caffè all’una. Facciamo una partita al biliardo io e te e parliamo.
Con Bianco Ettore aveva fatto le dieci, e doveva riempire le due ore che ancora restavano di lavoro antimeridiano alla fabbrica della cioccolata. Poteva passarle con Lea, non tanto per il divertimento quanto per la necessità di non mettersi in vista, e in camera di Lea non l’avrebbero scovato né suo padre né qualcuno della fabbrica al corrente della sua assunzione …
fedele: fidato, affezzionato, leale
cretinata: sciocchezza, stupidata, fesseria
persuaso: convinto
a rate: in pate, in quote
cifra: somma
a buon mercato:a buon prezzo
tappar la bocca: fare stare zitto,
bestemmia: imprecazioni
antimeridiano: mattutino
scovato: trovato
al corrente: a conoscenza
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